Pension Market in Focus è una pubblicazione dell’OCSE che periodicamente fa il punto sugli sviluppi dei fondi pensione sia nell’area OCSE, sia in qualche paese al di fuori di quest’area. L’analisi è aggiornata al 2011.

Dallo studio emerge un quadro in evoluzione e un sistema che cerca di superare gli ostacoli posti da un contesto economico in affanno. Nonostante i progressi, gli analisti rilevano che l’adesione ai fondi pensione è ancora scarsa. Questa circostanza è interpretata dall’OCSE come un elemento incoraggiante perché mostra l’esistenza di ampi margini di manovra.

Peraltro, la prospettiva di una rapida acquisizione delle fasce di popolazione ancora estranee ai fondi pensione si scontra con la critica realtà economica e con la pesante disoccupazione.
L’OCSE rileva il proseguimento di un trend iniziato nel 2009: i fondi pensione monitorati hanno sperimentato una crescita del patrimonio di 900 miliardi (0,9 trilioni

[1]) di dollari USA nel 2011, principalmente grazie alle risorse che vi sono affluite e nonostante i rendimenti modesti degli investimenti. Questo progresso è stato, comunque, sufficiente a consentire ai fondi pensione dell’area OCSE di completare il recupero dei 3.400 miliardi di dollari bruciati nella crisi del 2008, portando i loro attivi alla cifra record di 20.100 miliardi di dollari a dicembre 2011.

Il rendimento reale annuo (calcolato nella divisa locale e al netto delle spese per la gestione degli investimenti) ha registrato in medi un -1,7% nell’ambito dei paesi OCSE. Come accade quando si tratta di valori che sintetizzato un’ampia gamma di casi, anche questo rendimento nasconde notevoli differenze che spaziano dal +12,1% della Danimarca – il miglior risultato – fino al -10,8% della Turchia che ha archiviato il peggiore. Rendimenti positivi sono stati ottenuti nel 2011 dall’Olanda (8,2%), dall’Australia (4,1%), dall’Islanda (2,3%) e dalla Nuova Zelanda (2,3%). Al contrario, in paesi come Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti i fondi pensione hanno registrato rendimenti negativi compresi tra il -2,2% e il -3,6%. Altri 9 paesi al di fuori dell’area OCSE hanno sperimentato rendimenti oltre il -4%.

Gli investimenti nel comparto azionario sono sensibilmente diminuiti rispetto agli anni precedenti. E’ accelerato il passaggio verso piani pensionistici a contribuzione definita, anche se quelli a prestazione definita rappresentano ancora una quota importante.

Nonostante i risultati poco brillanti degli investimenti dei fondi pensione negli ultimi anni, la loro performance rimane comunque positiva nel lungo periodo. L’OCSE ha infatti calcolato che un pensionato nel 2010, impegnato per 40 anni in un piano pensionistico investito per il 60% in azioni e per il 40% in titoli governativi a lungo termine, avrebbe potuto contare su un rendimento annuo del 2,8% in Giappone, del 4,2% in Germania, del 4,4% negli USA e del 5,8% nel Regno Unito.

Lo studio ha poi focalizzato l’attenzione su una serie di paesi esterni all’area dell’OCSE ritenuti di particolare interesse per la forte crescita registrata dai fondi pensione, nonostante il loro patrimonio sia sensibilmente più contenuto rispetto a quello dell’area OCSE: i 900 miliardi di dollari di fine 2010 si confrontano con i 19.200 miliardi dei paesi OCSE. Obbligazioni e azioni sono gli investimenti privilegiati, con una netta preferenza verso i bond.

[1] – Negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone in genere Trillion equivale a mille miliardi (uguale a 1012), vale a dire 1.000.000.000.000

Amalia De Romanis
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